Ti infili nel mio nido,
mano tesa alla nascita,
al primo volo.
Accolgo il rischio della caduta
mi lascio scuotere dalla paura
ma resto
dritta, verticale nella fede,
mia guarigione.
Voglio attraversare il vuoto
tutta la discesa.
Non accetto sconti sul dolore.
Mi taglio a raffica.
Fermati e ascolta
il suono.
La vertigine si scompone.
Non resta che un cinguettio
antico, un richiamo, che si fa
vento e mi sorregge il volo.
Sono uno slancio di vita che scopre se stessa.
Ma dentro tengo la spaccatura: un po’ ho pace,
un po’ ho paura.
L’anima se la ride.
Isabella Lipperi