“Dio non poteva essere dappertutto, così ha creato le madri.”
Proverbio ebraico
La nascita e la strutturazione di un Sé coeso passano da uno sviluppo psicoaffettivo e corporeo dove perdurano stabilità, continuità, sicurezza e affidabilità di figure genitoriali amorevoli.
Gli elementi caratterizzanti una buona relazione primaria dovrebbero costituire un diritto di tutti i bambini. In questo senso la caratteriologia di Alexander Lowen, creatore dell’Analisi Bioenergetica, è un utile schema che va a dettagliare i passaggi essenziali di questi diritti, che sempre partono da bisogni fondamentali e vitali dei piccoli venuti al mondo, fin dalle fasi di sviluppo intrauterino.
Le primitive esperienze vissute dal bambino, siano esse positive o negative, lasciano segni indelebili nella psiche e nel corpo e, laddove queste siano negative e ripetute nel tempo, vanno a delinearsi come potenziali fattori traumatici.
Madre e bambino sono inizialmente un tutt’uno indivisibile, dove il bambino vive sua madre come non distinta da sé; egli ha ancora confini indefiniti, sia corporei che psichici.
Una madre affettuosa introduce con gradualità il bambino alla scoperta di tutto ciò che è separato da sé, sintonizzandosi con i tempi di suo figlio. All’interno di questo spazio protetto viene garantita al bambino una continuità dell’esistenza, base essenziale per una personalità adulta integrata, per un adeguato senso della realtà, per una buona sicurezza interna, per la capacità di avere fiducia, di sperare e di saper tollerare le frustrazioni.
Per lo sviluppo di un Sé coeso sono quindi essenziali una serie di comportamenti che facciano sviluppare il bambino in un ambiente prevedibile e amorevole. Solo in tali ambienti e con genitori attenti e rispecchianti egli potrà esperire le fasi di sviluppo in modo adeguato.
Quindi, ad un bambino dovrebbero essere permesse una serie di esperienze a garanzia della formazione di un senso di continuità della sua identità. Tra tali esperienze è importante per ogni bambino:
- sperimentarsi nell’onnipotenza e nell’illusione di creare, distruggere e ricreare la madre;
- relazionarsi ad una madre responsiva e sintonica in grado di contenere, metabolizzare e mentalizzare emozioni e sensazioni spiacevoli che lui non è in grado di tollerare;
- vedersi restituire dalla stessa madre quegli elementi per lui insopportabili in una forma più tollerabile e pensabile;
- imparare a tollerare la frustrazione per l’assenza della madre poiché nello stesso tempo gli è possibile imparare che ella tornerà con un seno da cui si può prendere nutrimento per il corpo ed anche nutrimento relativo ai suoi bisogni relazionali;
Il rispetto di questi bisogni primari del bambino permette allo stesso di assorbire eventi positivi, o comunque tesi ad una riparazione, che costellano l’esperienza di se stesso e della relazione con una fiducia crescente nel suo mondo interiore e in quello esterno.
I bambini che sviluppano nei primi tre anni della loro vita in ambienti siffatti, con il riconoscimento, da parte di chi se ne prende cura, del loro diritto di esistere e di avere bisogno, della necessità che hanno di sperimentarsi nell’indipendenza e nell’intimità, della ricchezza che porta nelle loro vite, vivere e viversi nella libertà e nella resa all’amore, saranno adulti in contatto con le loro emozioni e la loro energia, ben disposti verso l’ambiente esterno, fiduciosi e consapevoli.
Mettere l’accento sul riconoscimento dei diritti/bisogni del bambino da parte di chi se ne prende cura, equivale ad evidenziare la centralità della relazione nei processi di emersione, strutturazione e consolidamento del Sé.
Si tratta, infatti, di modalità relazionali più che di fasi o stati dello sviluppo, anche se la fase formativa di ogni senso del Sé si compie in un periodo definito, detto periodo sensibile, durante il quale eventuali distorsioni possono più facilmente favorire l’emersione di patologie.