Lasciami piangere. Lasciami tremare.
Perché l’infanzia è una bella guerra.
Quel che resta, dopo, sono i morsi
non dati, gli occhi sbriciolati
e i corpi fatti a pezzi. Disarmati.
Perché non parli?
Perché le mie parole
sono bambini diroccati,
mendicanti a mano tesa
verso un mondo
di cuori squattrinati.
Non hanno i grandi spiccioli di conforto?
Sguardi cerotto per le ferite dell’infanzia?
Fammi piangere. Fammi piegare.
Fino al raccoglimento della preghiera,
nei crateri delle assenze-bombe
dove presto si impara ad esitare,
a succhiarsi via il male dalle vene.
Dillo al mondo che mi fa male.
Gridalo tu per me.
Ammortizzami le botte.
Piega gli spigoli intorno.
Sostami nel petto, infilata in un abbraccio
che disinfetti dalla solitudine.
Fammi piangere. Fammi tremare.
Perché se sarà la bellezza, un giorno,
a devastarmi il cuore,
allora ben venga
questo dolore.
Facciamoci la pace.