“Gli uomini si esauriscono per cercare il potere, il successo, il prestigio, i soldi, e fanno della vita un mezzo per ottenere tutto quello che desiderano. Dovrebbero invece considerarla come un fine, e impiegare tutte le loro facoltà per rinforzarla, rischiararla e purificarla. Quando l’uomo mantiene la vita in sé, il suo intelletto comprende, il suo cuore ama e si rallegra, la sua volontà crea e si rafforza; nel caso contrario, il suo intelletto si oscura, il suo cuore si raffredda e la sua volontà vacilla. Senza la vita, nessuna scienza è possibile, nessuna arte, nessuna filosofia. La scienza della vita è la chiave di tutte le realizzazioni. Aumentando la vita in voi, pulite la sorgente affinché l’acqua scorra più liberamente, e allora potrete riempire dei serbatoi e inviare questa vita fino all’intelletto che s’illuminerà, al cuore che si aprirà alle dimensioni dell’universo, e alla volontà che diventerà creatrice, infaticabile.” – Omraam Mikhaël Aïvanhov
Tutti i problemi emozionali nascono dal conflitto tra l’Io e il corpo. L’Io dissociato dalle sensazioni corporee crea una scissione nella personalità che si ripercuote in ogni aspetto della vita, dalla formulazione dei pensieri ai comportamenti.
l’Io dissociato dal corpo è debole quanto un sapere privato di sentimento è vuoto.
Costrutti mentali e meccanismi di comportamento condizionati da vissuti passati, come il senso di colpa o la vergogna, sono alla base dei processi dissociativi.
Mantenere la vita in sé e considerare la vita stessa come il proprio fine deve necessariamente attraversare un nuovo apprendimento del piacere fisico come fonte vitale e di benessere emotivo.
Ci vuole tempo per cambiare la memoria dei complessi psichici.
Ci vuole impegno, desiderio, tenacia, ardore.
Ci vuole tanta vita, a volte tutta, la vita stessa dev’essere il fine.