“Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo.” – Alexander Lowen
E’ impressionante il numero di pazienti che vivono per anni sotto analisi e che passano da un analista all’altro senza risolvere in alcun modo la loro sofferenza, la loro insoddisfazione, i loro problemi reali.
Il problema che la psicoanalisi si trova a dover affrontare nasce dal fatto che l’analista si occupa di sensazioni corporee e di percezioni corporee a livello verbale e mentale, poiché materia dell’analisi sono i sentimenti e il comportamento dell’individuo.
Le idee, le fantasie e i sogni sono esaminati solo in quanto strumenti per comprendere a fondo le sensazioni e per influenzare il comportamento.
Se Freud non riuscì a individuare un metodo terapeutico per rendere operante questa idea, il fallimento può essere ascritto alla difficoltà inerente al rapporto corpo-mente. Finché persiste la tesi del dualismo corpo-mente, la difficoltà resta insuperabile.
Gli analisti conoscono l’identità di molti processi somatici con i fenomeni psicologici, i riferimenti abbondano nella medicina psicosomatica.
Implicito in questa identità è il concetto che l’organismo vivente si esprime più chiaramente con il movimento che non con le parole.
Ma non solo col movimento! Nelle pose, nelle posizioni e nell’atteggiamento che assume, ogni gesto, l’organismo parla un linguaggio che anticipa e trascende in verbale.
Se struttura corporea e temperamento sono correlati, come può verificare chiunque studi la natura umana, ci si domanda: si può cambiare il carattere di un individuo senza che si verifichino dei cambiamenti nella struttura del corpo e nella sua mobilità funzionale?
Per converso, cambiando la struttura e migliorandone la motilità, possiamo introdurre nel temperamento quei cambiamenti che il paziente chiede?
Nella sua espressione emotiva l’individuo è un’unità.
Ecco dunque un segno del relativo fallimento della psicoanalisi. Essa aiuta relativamente poco a capire i perché di un comportamento.
L’individuo che ha paura di tuffarsi può sapere perfettamente che non si farà alcun male. Dobbiamo capire e imparare a superare la paura del movimento.
La conoscenza è il preludio dell’azione.
Per essere più efficace, la terapia analitica dovrebbe preoccuparsi sia della comprensione che del movimento all’interno della situazione terapeutica.
I principi della teoria e della tecnica che formano la struttura di questo nuovo approccio costituiscono quelle che noi chiamiamo Analisi e Terapia Bioenergetiche.
Il terapeuta bioenergetico analizza non solo il problema psicologico del paziente, come farebbe qualsiasi analista, ma anche l’espressione fisica di quel problema così come si manifesta nella struttura corporea e nei movimenti del paziente.
Alexander Lowen