Il mondo è nelle mani di chi ha il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni.
Paulo Coelho
Sin dagli esordi della nostra vita, ci insegnano ad “usare la testa” e con ciò ci inculcano la via del “giusto”, equivalente all’essere razionali.
Ciò corrisponde nel nostro corpo all’uso massiccio dell’emisfero sinistro, appunto quello razionale, del calcolo, della logica, del controllo, a discapito del destro, irrazionale.
L’essere irrazionali nella nostra società è controproducente: quando ci viene detto che siamo irrazionali rispetto ad una situazione, ci stanno dicendo in breve che siamo inadeguati, immaturi, disadatti, e chi più ne ha più ne metta!
Viviamo divisi. Dissociati. Dimentichiamo la nostra naturale predisposizione ad essere uno, in noi stessi e con gli altri.
I coraggiosi sognano, potendo in quel luogo lasciar andare ciò che viene trattenuto nella diurna e razionale vita. I saggi ci credono: credono nei loro sogni e senza metterli in dubbio lì seguono.
Il più delle volte però non si da abbastanza importanza al materiale grezzo proveniente dal nostro inconscio, esso è così inadatto all’idea e all’immagine che ci propongono dall’esterno e che inevitabilmente finiamo per seguire ed inseguire. Così perdiamo risorse e ricchezze, perdiamo le nostre emozioni, perdiamo noi stessi.
Perché è proprio in quel materiale grezzo che è scritta la verità sulla nostra storia, sugli amori, i successi e le gioie, sulle ferite e i dolori, sui traumi e le perdite, su tutto ciò che ci ha fatto diventare ciò che siamo oggi e su tutto ciò che saremo domani.
E poi, accade che meno importanza diamo alla nostra totalità, più una ferita negata diviene sintomo e malattia, avvicinandoci alla depressione ed allontanandoci dall’esistenza.
Ma allora perché noi tutti si fa così fatica a lasciarci guidare dalle emozioni?
Perché ci sono numerose emozioni che abbiamo provato nel nostro passato spiacevoli ed insostenibili. Molto si verifica durante la nostra infanzia e quando si è piccoli non si è in grado di sostenere l’energia delle emozioni negative.
Ad esempio, se una madre picchia un bambino, quest’ultimo vivrà una paura totalizzante che lo porterà o a saturare la capacità di provare paura dissociandosi dal corpo per non sentirla più, oppure a reagire con rabbia, a sua volta punita dal genitore, poiché la rabbia è una delle emozioni più rifiutate ed etichettate come “non giuste” dalla società.
Accade quindi che, nella vita adulta reprimiamo tantissime emozioni che ci spaventano, perché ne conserviamo la memoria, implicita ed inconscia, di incontenibilità che abbiamo provato da bambini.
In noi, però, c’è anche una parte adulta che può scegliere di dare parola alle emozioni negate, proteggendo il bambino interiore, così da non dimenticare più che, viviamo per emozionarci ed essere vitali e non per essere adeguati agli schemi dati da altri.