Psicologia

Disturbo di Panico

Scritto da Cristiana Gallo

“Riconoscerli e il primo passo per sapere come affrontarli.”

Un Attacco di Panico consiste in un episodio di terrore che travolge la persona gettandola in sensazioni di morte imminente.

Infatti, importante e sostanziale caratteristica di questo sintomo è che, quando arriva, porta l’individuo colpito a credere di stare impazzendo o morendo.

I sintomi fisici di un attacco di panico sono tachicardia e mancanza d’aria, un’eccessiva sudorazione, forti dolori addominali e toracici ed altri sintomi più legati alle caratteristiche soggettive e alla specifica personalità dell’individuo che esprime il suo disagio emotivo in questo disturbo.

È corretto parlare di Disturbo da Attacchi di Panico quando dopo un primo attacco, la persona vive nella paura di un secondo attacco, che, certo anche favorito da tale tensione, non tarda ad arrivare.

In tal modo gli attacchi di panico continuano ed aumentano la loro frequenza passando ad un terzo e ad un quarto e ancora ad altri attacchi, finché la persona non limita la sua libertà non uscendo più, non andando più a lavorare, etc.

Nella prassi terapeutica si riscontra che questo disturbo fa la sua comparsa in qualche fase di transizione della vita e che, nelle persone che ne soffrono, vi sia il senso di essere emotivamente soli, ossia una condizione di solitudine più o meno auto percepita.

Eventi di vita comuni come sposarsi,  decidere di avere un figlio, separarsi, iniziare un lavoro o cambiarlo, etc., possono esporre le persone ad una vulnerabilità maggiore sulla quale si genera il disagio e di conseguenza il sintomo dell’attacco di panico.

In chi soffre di questo disturbo è spesso riconoscibile un’attenzione emotivo-affettiva rivolta verso l’ambiente esterno e un senso di scarsa autostima che porta la persona a potersi apprezzare ed amare solo in relazione all’essere apprezzati ed amati da altre persone.

In conseguenza di tale fragilità emotiva, la persona affetta da disturbo da attacchi di panico, facilmente tenderà ad assumere atteggiamenti e comportamenti non spontanei, ma piuttosto condizionati dalla possibilità di essere approvata, finendo con il compiere scelte di vita che gratificano gli altri e gli garantiscono di non rimanere da sola.

Molto spesso questa tendenza di personalità è così radicata, poiché antica, ossia insorta molto precocemente nella vita della persona, che non vi è nessun grado di consapevolezza rispetto alle cause del disturbo ed è questo il motivo per il quale la maggior parte degli individui in cui insorge questo disagio lo valutano unicamente da un punto di vista organico.

Infatti, dopo un primo attacco di panico, la maggior parte delle persone pensano di aver avuto un attacco di cuore, o qualcosa di simile, e si rivolgono ad un cardiologo.

Il problema di fondo della persona che soffre di attacchi panico è di natura psicologica e non organica, esso è legato all’autenticità personale perduta.

Il focus di un percorso terapeutico che vada oltre la risoluzione del sintomo, deve poter consentire alla persona di elaborare e digerire la paura di essere rifiutato e abbandonato e di apprendere e padroneggiare la capacità di ascoltare i propri bisogni e le proprie inclinazioni dandogli uno spazio sempre maggiore.

Solo riappropriandosi della propria soggettività per poi esprimerla, la persona potrà entrare in una relazione con l’altro, dove la propria autenticità garantirà l’autenticità della relazione tanto desiderata e vissuta, sotto l’influsso del disturbo, in modo distorto e ansiogeno.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.